Andrea Garavaglia
Prof. Dr.
andrea.garavaglia@unifr.ch
+41 26 300 7489
+41 26 300 7489
https://orcid.org/0000-0002-9926-6516
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Ordentliche_r Professor_in,
Departement für Musikwissenschaft
MIS 02 bu. 2030
Av. de l'Europe 20
1700 Fribourg
- Dramaturgie musicale de l’âge baroque
- Rapports entre musique vocale et littérature
- Musique baroque et histoire des émotions
- Mécénat musical en Italie au XVIIe siècle
Biografie
Andrea Garavaglia est professeur de musicologie à l’Université de Fribourg depuis 2017. Après des études à la Faculté de Musicologie de l’Université de Pavia (siège à Crémone), où il a obtenu un doctorat en musicologie (2007), il a enseigné aux conservatoires de Venise et d’Adria (2007-2009), à l’Université Bocconi de Milan (chargé de cours, 2010-2018), à l’Université de Fribourg (maître-assistant et chargé de cours, 2012-2014 et 2016-2017). Assistant-docteur pour deux projets FNS : Air d’opéra (XVIIe-XVIIIe siècles) et structure temporelle de l’expérience émotionnelle (2009-2012, dir. L. Zoppelli) ; Il carteggio Michiel. Musica e mecenatismo nell’Italia del Seicento (2014-2016, dir. L. Zoppelli).
Forschung und Publikationen
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Publicationen
36 Publikationen
Le carte Michiel: teatro, musica e patronage familiare a Venezia nel Seicento
Andrea GARAVAGLIA (Libreria Musicale Italiana, 2025) | BuchJorge Morales, "Sigismondo D’India et se mondes: un compositeur italien d’avantgarde, histoire et documents"
Andrea GARAVAGLIA (2021) | Buchrezension«La comedia nueva e le scene italiane nel Seicento: trame, drammaturgie, contesti a confronto, a cura di Fausta Antonucci e Anna Tedesco, Firenze: Olschki, 2016 ; Traduzioni, riscritture, ibridazioni : prosa e teatro fra Italia, Spagna e Portogallo, a cura di Michela Graziani e Salomé Vuelta García, Firenze, Olschki, 2016», Il Saggiatore Musicale, 27/2 (2020), pp. 301-305
Andrea GARAVAGLIA (2020) | BuchrezensionStradella, Alessandro
Garavaglia, Andrea (Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 2019) | BuchkapitelMorelli, Arnaldo, "La virtù in corte: Bernardo Pasquini (1637-1710)"
Andrea GARAVAGLIA (2019) | BuchrezensionFunzioni espressive dell'aria a metà Seicento secondo il Giasone di Cicognini e Cavalli
Il saggiatore musicale (2018) | Artikel‘Ottener senza l’uom sorte e impero’: il mito delle Amazzoni agli albori dei Lumi , in Femminile e maschile nel Settecento
Andrea GARAVAGLIA (2018) | BuchkapitelL’Amadigi di Gaula di Händel: soggetto spagnolo, drammaturgia francese e opera italiana sulle scene inglesi
Historias Fingidas (2017) | ArtikelSanto Pietro de' Negri, Giulio
Garavaglia, Andrea (Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 2017) | BuchkapitelSartorio, Antonio
Garavaglia, Andrea (Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 2017) | Buchkapitel -
Forschungsprojekte
L’opera italiana oltre le Alpi: la collezione di partiture e libretti di Leopoldo I a Vienna (1640-1705)
Status: AbgeschlossenBeginn 01.02.2021 Ende 31.01.2024 Finanzierung SNF Projektblatt öffnen Il progetto si propone di studiare il complesso fenomeno di importazione, adattamento e produzione locale di lavori drammatici per musica nel primo contesto extra-italiano in cui il genere operistico attecchì stabilmente già durante il Seicento: la Vienna dell’imperatore Leopoldo I (1640-1705), che, come noto, non fu solo appassionato e dotato musicista, ma anche mecenate illuminato e protettore delle arti, prima fra tutte la musica. Gli imperatori asburgici furono i primi in Europa a intuire e a sfruttare le potenzialità di natura politica ed estetica del teatro musicale, stimolando la produzione viennese di lavori in lingua italiana, che gradualmente costituirono una tradizione operistica autoctona fin dal primo Seicento e stimolarono una diffusione oltralpina dell’opera italiana nei paesi di lingua tedesca, e a nord fino alla Scandinavia. Sebbene le funzioni e le caratteristiche di tali lavori siano evidentemente connesse al contesto locale, ancora oggi la musicologia secentista insiste a considerare la produzione viennese come una propaggine di quella italiana, sulla scorta di concetti tradizionali come quello di ‘migrazione’ ma soprattutto di ‘esportazione’ del genere. Tuttavia le peculiarità della produzione viennese suggeriscono un’interpretazione molto più articolata di questo fenomeno: benché concepito primariamente in Italia, il genere drammatico-musicale mostrò sin da subito una forte propensione alla transnazionalità, in virtù della sua adattabilità e flessibilità, tale da essere considerato nel Settecento un genere artistico pan-europeo. Per comprendere il fenomeno di transfert culturale, fondamentale per la costruzione di un repertorio autoctono, espressione di valori politico-sociali ed estetici propri, ma anche per individuare una delle primissime tappe del processo di attecchimento dell’opera italiana nella vita musicale europea, il progetto si concentrerà su un fondo documentario di indubbia importanza e in gran parte inesplorato, perché disperso fra i volumi della Biblioteca Nazionale di Vienna. Si tratta dell’imponente collezione di circa 700 fonti musicali e libretti assemblata da Leopoldo I: la più estesa e importante collezione di fonti musicali in stile drammatico “all’italiana” mai raccolta fuori dall’Italia nel Seicento, il cui studio sarà arricchito dalla consultazione, presso l’Haus-, Hof- und Staatsarchiv, della corrispondenza di Leopoldo I con le corti italiane relativa alle questioni musicali e teatrali, finora altrettanto inesplorata. Attraverso l’identificazione dei volumi confezionati a Vienna e delle loro caratteristiche di natura fisica e contenutistica, questo progetto mira in primo luogo, da un lato, a ricostruire la consistenza, la natura e la genesi dell’intera collezione leopoldina di partiture e libretti. Ricostruzione che prevede, dall’altro, di ridefinire il rapporto tra le produzioni di musica drammatica a Vienna e il loro principale promotore. In secondo luogo tale ricerca punta a sviluppare un nuovo approccio storiografico che, attraverso l’analisi dei libri di musica, dei libretti e delle lettere, rifletta sul cambiamento di significato del genere operistico e delle fonti ad esso correlate al di fuori dell’Italia, allo scopo di ridefinirire la natura di questo processo di diffusione, focalizzando l’attenzione sulla “ricettività” dei destinatari e sulle loro possibili motivazioni per l’acquisizione e produzione di opere. Il lavoro ha infine l’obiettivo di arricchire, da un lato, in modo considerevole il quadro delle conoscenze storiche su compositori, cantanti e librettisti italiani attivi a Vienna nel Seicento e, dall’altro, di delineare orientamenti estetici locali, sistemi di valore, intenti politici e tendenze di gusto della corte viennese. Il carteggio Michiel: mecenatismo e musica nell'Italia del Seicento
Status: AbgeschlossenBeginn 01.03.2014 Ende 31.08.2016 Finanzierung SNF Projektblatt öffnen Letters of the Michiel family: musical patronage in 17th-Century Italy Air d’opéra (XVIIe-XVIIIe siècles) et structure temporelle de l’expérience émotionnelle
Status: AbgeschlossenBeginn 01.06.2009 Ende 31.05.2012 Finanzierung SNF Projektblatt öffnen Le projet vise la réinterprétation du plus important phénomène « de longue durée» dans l’histoire des genres de musique dramatique (opéra, oratorio, cantate) de l’Europe de l’Ancien Régime: l’expression des états émotionnels par le biais d’une structure formalisée et statique, l’air, aria. Dans sa forme classique, celle de l’opéra métastasien par exemple, un air est conçu comme une sorte d’«arrêt sur image» qui élabore, selon tel ou tel modèle formel, une réaction émotive ponctuelle, en l’étendant sur une durée chronométrique au caractère synchronique, sans évolution interne. À partir de la fin du XVIIIe siècle, ce type de représentation est perçu comme artificiel, incapable de transmettre la «vraie» nature (dynamique, évolutive) de l’émotion : on finit par identifier le progrès dans l’expression musicale avec la déstructuration des formes, le dépassement de la «convention». Au XXe siècle, les chercheurs se sont efforcés de comprendre la «philosophie» expressive de la musique baroque, soit par des explications fondées sur les caractéristiques du marché du spectacle (l’air comme structure permettant l’épanouissement de la virtuosité vocale), soit par le recours aux catégories de l’ «affect» et de la rhétorique. D’un côté, les conceptions psychologiques que l’âge baroque hérite de la culture classique définissent l’affect comme un état émotionnel unique et reconnaissable qui «s’empare» de l’âme. De l’autre côté, les impulsions affectives se doivent d'être organisées selon une «forme interne» culturellement codée dont la technique est empruntée à l’ars oratoria, à la rhétorique. Ces perspectives d’interprétation, tout en étant bien fondées, méconnaissent deux aspects méthodologiques auxquels les sciences historiques attribuent, aujourd’hui, une importance croissante. L’un, fondé sur l’acquisition d’une nouvelle conscience anthropologique, regarde la fonction communicative et sociale de l’expression des émotions. Si les époques successives voient l’émotion comme un état subjectif et vague, dont la mise en forme est perçue comme «artificielle» et liée à un codage stylistique strict, les conceptions psychologiques de l’âge baroque la conçoivent comme un processus de rationalisation du vécu face à soi-même et à la société : réagir d’une certaine manière à un événement, donner à cette réaction une étendue et une forme, c’est déjà se positionner par rapport aux interlocuteurs du jeu social. En d'autres termes: le «signifiant» qu'est l'air baroque renvoie à un «signifié» émotionnel qui n'est pas exactement le nôtre, mais qui est déjà formé, selon les structures de l'esprit de cette société, de manière à faciliter et à justifier le codage spécifique que le «style» de l'époque lui attribue. Le second aspect est celui des apports que la recherche actuelle sur les émotions, élaborée à partir des neurosciences, peut offrir à la compréhension du phénomène. De récentes recherches portent, par exemple, sur la structuration temporelle inhérente à l’expérience émotive, et sur l’importance de l’émotion comme moyen de régler la participation de l’individu au jeu social. Cette double suggestion méthodologique pourrait changer considérablement notre façon d’évaluer les stratégies d’expression de la musique théâtrale des XVIIe et XVIIIe siècles. Si cinq ou six générations d’auditeurs ont accepté comme parfaitement «naturelle» une telle manière de représenter l’expérience émotionnelle, il se peut que le système baroque ne soit pas aussi «culturel» qu’on le croyait jusqu’à présent, mais ancré dans certains aspects (que cette époque aura choisi de préférer, dans sa conception du psychisme humain, au détriment d’autres) du mécanisme de la vie émotionnelle et de ses fonctions. Notre vision historique pourrait être soumise à une révision profonde. Le projet de recherche envisage donc la réévaluation systématique des sources théoriques (musicales et théâtrales) d'une période-clé de l’époque concernée.